Gli obiettivi di sostenibilità (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’obiettivo assunto dall’Unione Europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 presuppongono, in tutti i settori economici, un impegno di grande portata sia per le imprese sia per il sistema finanziario.
In particolare, le imprese di dimensione piccola o media (PMI) potranno svolgere un ruolo centrale nella transizione. Ad esse viene richiesto di comunicare al mercato (banche, investitori e grandi imprese) informazioni sulle loro performance di sostenibilità, intese come le informazioni che attengono agli impatti, ai rischi e alle opportunità legati alle ricadute ambientali, sociali e di governance (ESG) delle loro attività.
Il contesto normativo europeo richiede infatti che le imprese e le istituzioni finanziarie dispongano di informazioni di sostenibilità relative alla loro catena del valore; informazioni per le quali sarà necessaria la cooperazione da parte anche delle PMI.
A fronte di questo sforzo, le PMI potranno ottenere significativi benefici:
- potranno misurare più accuratamente i rischi e pianificare meglio gli investimenti;
- avere un miglior accesso a finanziamenti, con minor costo e maggiori agevolazioni;
- rafforzare la capacità di resistere a shock energetici e ambientali;
- offrire prodotti e servizi più sostenibili, rafforzando il posizionamento competitivo.
Le banche, seguendo un principio di proporzionalità, raccolgono informazioni per valutare la sostenibilità delle PMI. Stanno infatti rivedendo, alla luce delle normative richiamate, le metodologie per la valutazione del merito di credito per tener conto dei rischi di sostenibilità e climatici (rischio fisico e di transizione) delle loro controparti.
Fonte: Tavolo per la Finanza Sostenibile, 2024